Cloud e sicurezza dei dati
Il termine cloud che in italiano significa “nuvola” ed è una metafora per indicare uno spazio virtuale, a cui si può accedere e con cui si possono interscambiare i dati da qualsiasi dispositivo e da qualsiasi parte del mondo, semplicemente con una connessione internet. Usualmente è possibile accedere a questi dati tramite il browser e senza installare alcun software aggiuntivo sul proprio device.
Possiamo dire che il cloud sia un'idea rivoluzionaria, che ha cambiato il mondo e che oggi permette di utilizzare i propri dati come se fossero memorizzati in ogni dispositivo che si utilizza. In un certo senso, i dati “ci seguono” e le nostre informazioni sono disponibili ovunque andiamo.
Ma se sono accessibili ovunque, la domanda sorge spontanea: i miei dati sono al sicuro?
La risposta è SÌ ma anche complessa.
Se per sicurezza si intende l’accesso a persone non autorizzate, possiamo dire che il cloud è più sicuro di un software locale. Infatti gli ISP (Internet Service Provided) ovvero quelle società che forniscono i servizi cloud, utilizzano dei sistemi di protezione e sicurezza di altissimo livello. Cosa che l’utente comune non fa mai.
Il cloud spesso è utilizzato per il backup dei dati locali, e questo aumenta il livello di sicurezza contro le eventuali perdite.
I dati sono sfruttati dagli ISP? La risposta è nì.
Sia il “GDPR” (legge sulla privacy EU), che la “Security Shield” (legge privacy USA) impediscono l’uso e la pubblicazione dei singoli dati non espressamente autorizzati. Ma le grosse società (le cosiddette Big Data) utilizzano i dati aggregati (ovvero dati statistici di milioni di utenti) per fini statistici e commerciali.
Non utilizzano mai, invece, i dati strutturati (ovvero i nostri dati in dettaglio) a meno che non siamo noi stessi a fornire l’autorizzazione.
Zeroincombenze non utilizza mai i dati dei clienti per fini commerciali o statistici.